Hamletelia
Scritto diretto e
interpretato da
CAROLINE PAGANI
Teatro dei Conciatori -
Roma
C’era una volta Giovanni Testori. Quando si utilizza il “c’era una volta”, il passato diventa una
proiezione del presente, tant’è che da sempre e per sempre quell’ incipit dà il la per raccontare le
favole che non muoiono, che continuano a vivere, nonostante l’inesorabile
passare del tempo. Quindi, c’era una
volta Giovanni Testori e c’era una volta soprattutto la Trilogia degli Scarrozzanti. Attori reietti abbandonati che spinti dal
mestiere, dalla solitudine, dalla rivolta tentano di mettere in scena all’ interno
di un disperato universo di passioni tre capisaldi della drammaturgia, ovvero Amleto,
Macbeth ed Edipo. Gli attori-personaggi dei testi del Testori vivono nella periferia
milanese e la loro esperienza di vita scenica si compie attraverso una
violenza espressiva data anche da un linguaggio composto da una strana commistione
di latino, dialetto e termini stranieri, attraverso la quale gli
attori-personaggi con-fondono la loro vita di reietti con quella talvolta
tormentata dei protagonisti delle drammaturgie di cui si è detto.
All’interno
di questa cornice ci sembra opportuno inserire l’ottimo lavoro della giovane
attrice Caroline Pagani che grazie all’ ”apertura per ferie” del teatro dei
Conciatori, bella e consolidata realtà teatrale della capitale, gestita con
grande passione da Antonio Serrano e Gianna Paola Scaffidi, ha messo in scena
un lavoro drammaturgico da lei stessa scritto e diretto, dal testoriano titolo:
Hamletelia.
Il testo è una riscrittura dall’Amleto che vede l’ardente e
passionale Ofelia ritornare dal mondo dei non-vivi per riportare in scena vari personaggi shakespeariani attraverso
momenti di amnesia, di schizofrenia, di pura follia ma anche di lucidità con
una capacità veramente notevole e non comune, bisogna darne atto alla
bravissima e precisissima attrice, di spaziare dall’inglese all’italiano, dal
dialetto alla cadenza regionale attraverso una poliglossìa ragionata.
Caroline Pagani, con grande maestrìa e verità scenica, riporta in vita Amleto, il padre, Gertrude, Desdemona,
Lady Macbeth, Cleopatra trasformandosi di volta in volta nell’uno o nell’altra,
come accade all’ultimo Scarozzante testoriano, costretto a portare in scena - da
solo - tutto l’Edipo. Nel testo
elementi fortemente drammatici si mescolano sapientemente ad attimi di elevata
intensità comica, soprattutto quando l’attrice si sdoppia, si moltiplica in più
personaggi nello stesso momento. Anche la scena è frutto di una semplice ma
funzionalissima idea. Un terreno, coperta di morte indossata da Ofelia, che
diventa seme della vita, paradossalmente della non-morte. L’attrice, regista e
autrice del testo, ha ogni merito. E l'entusiasmo con cui il pubblico l'ha applaudita lo hanno dimostrato. Alla giovane attrice Caroline Pagani anche il nostro
assoluto e convintissimo apprezzamento.
Buona
scena!
Carlo Dilonardo
Spettacolo
vincitore dell’Internationales Regie Festival Lipsia 2009
Premio
Fersen alla Drammaturgia
Miglior
spettacolo, miglior regia, miglior attrice, premio del pubblico, Festival Corte
della Formica, Napoli 2010
Premio
SinestesiaTeatro, miglior spettacolo, miglior regia, Roma, 2010
Segnalazione
miglior attrice Festival Teatri Riflessi, Catania 2011
Premio
Martucci miglior attrice, Bari 2012
Premio
Migliore Attrice al Fringe di Roma 2013
Nessun commento:
Posta un commento