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venerdì 17 maggio 2013


L’ISOLA DEGLI sCHIAVI
da Marivaux   
con

con Ester Cantoni, Patrizia Grossi, Marco Cavallaro,
Giuseppe Renzo, Cristina Golotta
Musiche originali Bruno Ilariuzzi | Scene e costumi Clara Surro
Movimenti coreografici Andrea Spina

Regia Ester Cantoni

Teatro San Paolo, Roma – fino al 9 giugno

Finalmente aria di compagnia stabile, con tutto ciò che di umanamente positivo può portare, si respira in questo grazioso teatro della capitale. Abbiamo più volte riportato le nostre riflessioni sulle produzioni de La Compagnia dei Borghi e siamo sempre più convinti che la realtà teatrale messa in piedi da Ester Cantoni riflette inevitabilmente l’entusiasmo e la professionalità della regista e direttrice artistica.

Il teatro San Paolo diventa magicamente la “casa” di questa compagnia e gli spettatori sanno di assistere - privilegiati invitati - ad uno spettacolo che non li deluderà. Ancora una volta, infatti, la scelta drammaturgica, stilistica e registica della Cantoni risulta vincente. Pur apparentemente semplice, la drammaturgia di Marivaux riflette inesorabilmente una cultura, quella francese del Settecento, che Ester Cantoni riesce a portare in scena in maniera perfetta senza tradire la scrittura del commediografo. Non si dimentichi che il parallelo precedente è la messa in scena di Giorgio Strehler del 1994. Pur non volendo rapportare le due produzioni, non fosse altro per la disponibilità di mezzi e risorse economiche, la Compagnia dei Borghi riesce appieno nella rappresentazione. Ai quattro consolidati ottimi attori, Ester Cantoni, Patrizia Grossi, Giuseppe Renzo e Cristina Golotta si aggiunge il contributo prezioso dell’ottimo e funambolico Marco Cavallaro.
La storia è ben nota: una coppia di padroni Ificrate ed Eufrosina, e dei loro rispettivi servi, Arlecchino e Cleantina, scampati miracolosamente a un naufragio si ritrovano su un‘isola con regole alquanto bizzarre: l’ordine delle classi sociali è invertito, sono i servi a comandare ed i padroni ad obbedire. L’inversione dei ruoli riesce e il geniale e lungimirante meccanismo drammaturgico di Marivaux non viene minimamente intaccato. 
L’aspetto prettamente spettacolare è supportato anche da musiche e canto dal vivo che ovviamente rendono ancora più frizzante, se ce ne fosse bisogno, la messa in scena.

Il nostro plauso al di là dello spettacolo, pur meritevole e pregevole, va al lavoro, al coraggio, al fervore e alla passione di questa nostra compagnia alla quale auguriamo ogni bene.

Buona Scena!
Carlo Dilonardo

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