iL DIAVOLO CUSTODE
una commedia scritta e
diretta da VINCENZO SALEMME
con
Floriana De Martino,
Giovanni Ribò, Raffaella Nocerino,
Antonio Guerriero,
Domenico Aria,
Nicola Acunzo, Vincenzo
Salemme, Franco Cortese
Teatro Olimpico – Roma
fino al 27 gennaio
Il povero ed onestissimo Gustavo è proprietario di un bar poco
frequentato e la sue giornate si dividono tra il lavoro ed una famiglia
composta da moglie, figlia e fratello sacerdote, tutti e tre privi di scrupoli
nei confronti del prossimo. Il loro lavorìo quotidiano sulla mente del povero
Gustavo non sortisce gli effetti sperati: infatti costui vuole, nonostante
tutto, mantenere una certa integrità morale e si stupisce di quello che fanno e
dicono i suoi famigliari. Un giorno, in un momento di grande difficoltà, gli fa
visita il suo diavolo custode, il quale gli propone un cambio: l’anima con la
sua famiglia. Gustavo avrà grosse difficoltà ad accettare anche perché – come
sempre – la realtà non è mai come sembra. Un tornado. Se dovessimo definire con
una parola sicuramente la forza di un tornado potrebbe identificare Vincenzo
Salemme.
Non diciamo nulla di nuovo, è evidente ed ancora una volta dopo il
successo de L’Astice al Veleno, spettacolo
campione di incassi del 2011, l’attore napoletano riesce a mostrare le sue
eccellenti risorse all’interno di un plot
originalissimo. Ottimo il lavoro condotto su Domenico Aria (Gustavo), così come
registicamente impeccabili sono i tempi, i ritmi con cui Salemme colpisce il
pubblico. Nonostante, a tratti, lo spettacolo diventi un one man show, Vincenzo Salemme riesce sempre a mostrare il lato
“teatrale”, “attoriale” più puro. È attore, che conosce benissimo il
palcoscenico, e si vede. Il cast di cui si circonda è composto da attori che
riescono a supportarlo e a fiancheggiarlo in maniera sublime, come nel caso di
Nicola Acunzo. Scenografie realizzate da Alessandro Chiti in cui colori e movimento
sono alla base di un affascinante lavoro. Apprezzabile spettacolo in cui Vincenzo Salemme, come un burattinaio magico, riesce a muovere le corde anche più intime dello spettatore, soprattutto nel suo monologo finale dedicato al rapporto che ciascuno di noi ha con il tempo.
Buona Scena! Carlo Dilonardo
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